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Non è un buon periodo.
Non so se è perché sono tornata, ma sto male. Anche fisicamente.
Forse sono solamente arrivata ad un momento della mia vita in cui c’è una radicale necessità di cambiamento, forsae ho smesso di illudermi che le persone che sembrano volerti bene non possono farti male, forse ho smesso di aspettarmi considerazione da quanti hanno sempre qualcosa da chiedermi e poi si girano puntualmente dall’altra parte quando ho bisogno.
Può darsi che ad un certo momento della vita uno capisca che persino la parola ‘rassegnazione’ acquista punti se si tratta di sopravvivere.
E magari questa constatazione rende tutto ancor più amaro.
Peró prima o poi chiunque si stufa di essere sfruttato e abusato, no?
No?
C’è qualcuno a cui piace?
C’è qualcuno che si adatta, prono, a un ruolo non suo, ma imposto dagli eventi?
Dite che si può?
Allora sono una disadattata, perché io non ci riesco.
Ci sto male e non ci riesco.
Mi pare, a questo punto della mia vita, di aver dato tanto e di aver ricevuto tanti calci in cambio. Sempre.
Sul lavoro, in salute (ed è la mia parte fortunata) e non parliamo in amore!
Su quello, o forse sarebbe meglio dire sul ’presunto tale’, stendiamo un pietoso velo. Anni di prese in giro così colossali da farci un film. Ovviamente drammatico.
E del lavoro non parlo proprio, che tanto non c’è.
E mi dicono: ‘Ma come? Stai sempre a lavorare!’ Già, ma è tutto volontariato.
Sono piena di richieste per fare cose gratis, come se non bastassero tutte quelle che attualmente mi privano di una vita sociale e privata.
E se rispondo no, apriti cielo!
Che brutta, brutta persona sono!
Ecco, non basta mai.
Non è mai abbastanza per la gente.
Non fai mai abbastanza.
Non sei mai abbastanza.
E alla fine ti ci senti anche tu così, non all’altezza e facilmente sostituibile.
Non importa quanto dai, quanto sei disponibile, quanto sei brava… ci sarà sempre qualcuno migliore di te, qualcuno che prenderà il tuo posto e tu continuerai a chiederti in cosa non eri abbastanza, cosa puoi migliorare per evitare che succeda ancora.
Ma è una lotta impari in tutti i settori.
Ci sarà sempre il più raccomandato, la più figa, il più furbo, quello con più pelo sullo stomaco… tutti più di te.
E allora hai voglia di mollare tutto e andare via. Nemmeno di ricominciare, solo di stare in silenzio a contemplare la bellezza, che qui ti giri e intorno vedi solo brutture.
Ma nemmeno questo puoi permetterti di fare.
Allora ti deprimi.
Non ci sono molte alternative per chi non si adatta all’abuso.
Però la forza di sopravvivenza è sempre stata più forte di me.
È quella che mi ha rimesso in piedi quando ero uno scheletro, è quella che continua a tenere viva quella fiammella di speranza che non mi fa abbassare la testa.
E aspetto un altro giorno, altri volti e altre storie.
Aspetto di vedere cosa viene.
Magari per una volta la vita deciderà che è tempo di smettere di espiare.
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