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Torno a casa.
Questo è il pensiero che mi dovrebbe accompagnare qui, all’aeroporto di Palermo, mentre aspetto di poter fare il check-in del volo per Roma.
E invece il pensiero è ‘mi allontano da casa’.
È incredibile cosa mi succede ogni volta che torno in quest’isola.
La prima cosa, la più immediata, quella che mi è impossibile ignorare, è la sensazione netta di essere tornata a casa.
E mi fa stare così bene.
E la gente…
Questo valore aggiunto immenso e irrinunciabile che ti prende per mano e ti porta a ballare, che spalanca le braccia e la porta di casa e ti invita a restare, che ti stringe ancora di più il cuore già dolorante quando, sapendo che parti, ti chiede quando torni e qualsiasi periodo superiore ad un mese di lontananza è accolto con stupita delusione.
Come se non sembrasse anche a me un secolo stare lontana fino a febbraio!
Come se non prendessi questi aerei per Roma con un cuore così pesante che magari mi faranno pagare il supplemento bagaglio.
Ogni volta che torno a Pantelleria succede qualcosa di magico.
Ogni volta che torno sull’isola, mi arrendo senza combattere al senso di appartenenza che mi pervade, e quasi mi sento indegna di provarlo così forte, io che pantesca non sono.
È stata una settimana intensa, vissuta, piena di cose, persone, fatti, eventi, storie.
Pantelleria è un luogo in cui l’essenza viene prima di tutto.
Delle persone, del paesaggio, delle tradizioni, dei momenti, persino degli oggetti e delle azioni. Tutto acquista un significato diverso, più vivido.
In molti con cui ho parlato di questa mia sensazione mi hanno detto: ‘Qui è tutto più amplificato’ ed hanno ragione. Per ultima una signora sul volo che mi ha raccontato che è venuta a Pantelleria nel 2006 e da allora non è riuscita più a staccarsi e una volta in pensione vuole trasferirsi definitivamente.
Come non crederle?
Storie così sono tantissime, tutti stregati dalla magia di quest’isola, io compresa.
Mi sono accorta che a Marino non solo continuo a parlare tutto il giorno solo con i panteschi, ma parlando dell’isola dico sempre ‘qui’ perché io Pantelleria non riesco a lasciarla mai.
L’altra sera, arrivando alla festa di San Michele a Bukkuram mi sono ritrovata a salutare più di una quarantina di persone, a godere della compagnia di gente deliziosa e osservandola mi sono commossa, perché era ancor più evidente il patrimonio che rappresentano e che si portano dentro, spesso nemmeno accorgendosene.
Ed ero a casa.
Percorrere le strade di Pantelleria, vivere le sue giornate, significa circondarsi di persone speciali che ti danno ogni volta un motivo in più per restare. E sono tante, tantissime e ognuna nel salutarmi, nell’inviarmi i tantissimi messaggi di commiato di oggi, si tiene un pezzo del mio cuore e alla fine rimane tutto lì sull’isola.
C’è stato Battista e la sua protesta silenziosa e assordante. Battista che mi ha spiegato il suo percorso spirituale e con il quale ci siamo trovati nell’interpretazione della vita, degli uomini e degli eventi. Una persona che sempre mi rimarrà nel cuore e che rappresenterà sempre un monito ed un esempio nei momenti bui.
Ritrovare poi anime belle come Carol, Stefano, Fleur e Angelo è stato un regalo prezioso. Di quelli che ti donano gioia e ti incoraggiano e ti convincono che non solo il bicchiere è mezzo pieno, ma prima o poi si riempirà.
E la mia famiglia pantesca, che ho visto pochissimo per i numerosi impegni, ma che sono un punto fisso e una sorta di porto sicuro che mi dà forza: Graziella e Giovanni.
E chi mi ha regalato tutto questo e continua a supportarmi e sopportarmi, Flavio, che continua a tenermi per mano e fare un pezzo di strada insieme a me.
E Vinz, che c’è sempre, anche quando non c’è.
E così tanti altri, Micky, Rosanna, Salvo, Denny, Jessica, Katia, Cicci, Benedetta, Ioana e tanti altri che non riuscirò mai a dire tutti. Vecchie e nuove conoscenze, che dovrei citare uno ad uno in un elenco lunghissimo.
Ogni pantesco che mi ha accolto mi ha insegnato qualcosa, mi ha lasciato qualcosa, anche se non lo sa.
Sono successe tante cose belle, qualcuna brutta, ma tutte le ho osservate e vissute con i soliti occhi stupiti e meravigliati, perché Pantelleria la guardo come un bambino che guarda i regali sotto l’albero prima di mezzanotte, ansioso di scartarli tutti, curioso di sapere che cose nuove riserveranno e ogni volta la sorpresa non mi delude.
Così tanto in così poco tempo che mi sembra d’esser rimasta un mese.
Ma in fondo, la verità è che da quel 23 agosto 2018, io da Pantelleria non me ne sono andata mai.
❤️
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