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Stamattina vado via.
Lascio l’isola prima.
Prima di poco, a dire la verità, mezza giornata, ma quando me ne vado sembra sempre troppo presto. Sembra sempre di lasciare un libro sul più bello e il giorno prima di partire è sempre traumatico.
Ieri anche lo è stato.
Già lo stato d’animo era nero, poi una serie di vicende stupide, atte solamente a mettere zizzania e poi chiarite, mi hanno fatto stare ancora peggio.
Un ultimo giorno a Pantelleria faticoso e triste, iniziato male e proseguito malissimo.
Però poi ci sono gli amici e anche quando ti trovi in una di quelle giornate che era meglio non alzarsi dal letto, c’è chi ti viene a prendere e ti fa staccare un paio d’ore portandoti in giro per l’isola, come ha fatto Giuggiu, che non ringrazierò mai abbastanza.
C’è Graziella che nonostante la sua giornata faticosa e stressante, ti prende il latte di capra e ti prepara la rituale cena di commiato, dicendo a te, lei con tutti i suoi casini, di rilassarti un po’, mentre ti risolve i problemi di volo con le sue infinite risorse ‘scolastiche’.
C’è Giovanni che lascia la cena e ti porta ad un incontro con i Viddrani, sempre disponibile e preoccupato che io non mangi abbastanza (😳).
E poi ogni volta belle persone, volti nuovi e non che ti accolgono sempre con calore e simpatia.
E anche una giornata storta si raddrizza.
Però poi stamattina il cielo è nuvolo.
Me ne vado.
Non per molto, però mi sembrerà sempre troppo.
Ieri sera, percorrendo l’ultimo tratto di strada per tornare a casa, guardavo rapita lo spettacolo del cielo stellato che offre Pantelleria e sorridevo, consapevole che ogni minuto qui è una ricchezza.
Giovedì notte mentre Enrico Zotti ci spiegava le costellazioni a Scauri (uno dei 4 posti al mondo in cui è consigliato osservare il manto stellato), abbiamo visto anche una stella cadente.
Il desiderio espresso non serve dirlo, è scontato.
È sempre un arrivederci.
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