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È partito il 14 novembre presso Punto a capo Onlus il Laboratorio di Scrittura Creativa tenuto da Roberto Pallocca, amico e scrittore che già mi aveva conquistato con il suo ultimo, bellissimo romanzo: Verso Qualcuno.
Avevo sempre desiderato frequentare un Laboratorio di Scrittura Creativa, se non altro per dare anche una regole ed una disciplina ad i miei scritti che rimangono sempre incompleti in un cassetto e questa mi è parsa una bellissima occasione. Già la prima lezione ha comportato un coinvolgimento emotivo importante da parte di tutti i partecipanti e della sottoscritta e alla fine è vero: si partecipa ad un corso del genere per noi stessi, non per gli altri.
La presunzione di ‘lasciare agli altri quanto ho scritto’ è un’inutile scusa. Il mondo non ha bisogno dei nostri scritti, ma noi abbiamo bisogno di scrivere, di esprimerci, di dar vita ad idee, pensieri, fantasie e vite alternative che ci girano in testa e aspettano di essere concretizzati in delle frasi.
Ho deciso, quindi, di tenere un diario di questo Laboratorio e di quello che con esso riuscirò a produrre. Se non altro è inerente al sito, rispetto alle tante altre cose che faccio.
Durante la prima lezione, Roberto ci ha fatto fare un esercizio semplice, ma molto importante. Scrivere dieci righe di frasi (ma anche una sola lunga frase, ovviamente di senso compiuto) iniziando sempre con ‘Mi ricordo’.
A seguire dovevamo fare lo stesso con la frase ‘Non mi ricordo’. Sono usciti spaccati, immagini, situazioni, idee interessanti che erano ottimi spunti per dei racconti, da tutti.
Questo è quello che ho scritto io.
Mi ricordo l’odore portato dal vento, del mare, delle erbe selvatiche, del cibo appena cucinato. Mi ricordo il caldo che ti catturava all’improvviso, riempiendo l’aria dalle pietre dei vicoli e delle pareti delle case bianche. Mi ricordo i pomeriggi pigri, passati su un letto a riposare e a digerire pranzi pantagruelici, cullati solo dal verso delle cicale. Mi ricordo le spiagge scure, immense, vuote, e il mare subito profondo che obbligava a rimanere a giocare sul bagnasciuga, a guardarlo da lontano.
Non mi ricordo un giorno in cui non abbia pensato al futuro preoccupata. Non mi ricordo quando, all’improvviso, mi sono accorta che era meglio vivere il presente e considerare il futuro solo come una delle alternative possibili. Non mi ricordo se poi, questo presente, era davvero qualcosa di nuovo da vivere o solo uno strascico del passato che faticavo a lasciarmi alle spalle. Non mi ricordo nemmeno quando, ad un certo punto, ho smesso di pensare al passato definitivamente. Non mi ricordo perché l’ho dimenticato.
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